dimanche 6 juillet 2014

mettersi nei panni degli altri/ vestire gli ignudi - Reviews - 6

Il teatro nei luoghi reali: Mettersi nei panni degli altri all’NTF 2014

Si staglia singolare, all’interno dell’offerta teatrale del Napoli Teatro Festival 2014, una messa in scena dall’intensa ed inquieta bellezza, opera preziosa e nostrana capace di condurre gli spettatori verso l’interno più intimo delle storie che racconta.
Mettersi nei panni degli altri | Vestire gli ignudi“, in scena al Centro Prima Accoglienza (ex Dormitorio Pubblico) dal 12 al 15 giugno 2014 , è una creazione unica nel suo genere, uno spettacolo intenso da ricevere, tanto intellegibile e cristallino nel suo sviluppo quanto coinvolgente e catartico nella sua atmosfera. L’originale premessa di Davide Iodice, regista e ideatore del concept, è stata quello di portare il teatro e gli spettatori nei luoghi veri, spostare il luogo di enunciazione dell’arte, entrare nelle camere da letto, negli armadi pieni di memoria, nei sogni e nei ricordi nascosti, tra vestiti dismessi e temporanei del Centro di Prima Accoglienza di via De Blasis.
lavanderia (1)
Non è la prima volta di Davide Iodice all’ex Dormitorio Vittorio Emanuele II: il drammaturgo partenopeo, infatti, forte di una solida formazione e di una vivida esperienza anche nel teatro pedagogico, propone il suo “Mettersi nei panni degli altri” come terza tappa di un processo creativo che si incentra sulla crisi della società contemporanea; il progetto, prodotto da Interno 5, prende liberamente ispirazione dalle Sette Opere di Misercordia di Caravaggio e si snoda attraverso il concetto “Che senso ha se solo tu ti salvi?”. Il tipo di scelta che opera Iodice, sia nella scelta della location che in quella del cast (in cui si alternano attori professionisti a protagonisti veri e propri delle storie rappresentate, reclutati tra utenti del Centro, redattori di strada del mensile nazionale Scarp de’ Tenis e ospiti de Il Binario della Solidarietà) rappresenta la ricchezza assoluta della messa in scena.
ciro 
Lo spettatore viene guidato in silenzio tra i corridoi bui, prima verso una lavanderia, poi attraverso un dedalo di stanze private, che diventano piccoli palcoscenici pregni di poesia e dolore. Nessuno è immune, nessuno è indifferente: attraverso otto quadri in successione il pubblico condivide uno spazio estremamente personale, tanto autentico e carico che finisce, per l’appunto, col far vestire i panni degli altri, col sapere che quella storia singola, recitata, chiaccherata, condivisa, cantata, sospirata, può essere quella di un fratello, di un amico, persino la propria. Ed è lì che la catarsi avviene,
in una camera  da letto piena di vestiti da sposa, con un uomo ( il bravissimo
Giuseppe Scognamiglio) ancora in abito da cerimonia,
o accanto ad un letto pieno di oggetti preziosi, i piccoli tesori trovati e nascosti nell’armadio di Luciano d’Aniello, che canta con voce limpida la sua incompresa voglia di libertà, accompagnato dalla chitarra di
Giuseppe del Giudice.
 sposi (3)
A partire dal primo quadro, disturbante e struggente, perfettamente inscenato dagli attori Pier Giuseppe di Tanno e Raffaella Gardon, passando per la dolce e fantasiosa chiromante Maria di Dato, fino ad arrivare ad Osvaldo Mazzeca con la sua tenera storia di padre e di corridore, lo spettacolo evolve in un’escalation di sensazioni, una serie di frecce scagliate e precise che narrano traiettorie di solitudine, di sogni infranti, di nuove speranze e di identità perdute.
Il gran finale musicale, energico e leggero, a cura del raffinato e randagio musicista Bruno Limone, lascia che l’impegnativa emotività e la crescente tensione dello spettacolo vengano liberate, scaricate, ma non senza aver prima riempito a dovere l’animo dello spettatore.
Mettersi nei panni degli altri| Vestire gli ignudi replicherà, a grande richiesta, a Gennaio, all’interno della stagione del Mercadante. Le date sono ancora da stabilire.


18 giugno 2014
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